Vermentino: sapore di sale, sapore di mare.
La citazione di una delle canzoni più popolari del nostro paese non è un vezzo: presto vedremo il perché. L’origine del Vermentino è dibattuta. Tra le varie ipotesi la più accreditata è che sia un vitigno originario della Spagna e che da lì si sia diffuso, prima in Provenza e poi sulle coste del mar Tirreno, isole comprese.
Che sia la costa Ligure, quella francese o il litorale toscano, una cosa è certa: il Vermentino ama crescere vicino al mare. E come biasimarlo? Il clima è mite tutto l’anno, l’abbondanza di aria favorisce la sanità dell’uva e la splendida esposizione al sole da tintarella permette di raggiungere maturazioni perfette. In riva al mare si trovano anche dei terreni ricchi di sabbia e minerali nei quali questo vitigno riesce ad esprimersi al meglio.
Il Vermentino ha nomi differenti a seconda della zona in cui cresce. O per meglio dire, si è scoperto in tempi relativamente recenti che l’uva Pigato ligure e la Favorita piemontese, in realtà, sono tipologie di Vermentino, adattatesi così bene ai territori in cui sono arrivati da guadagnarsi un nome ed una dignità di uva autoctona.
Le diverse caratteristiche dei vini a base vermentino dipendono particolarmente dalle differenti scelte enologiche che vengono effettuate. A seconda del momento in cui decide di vendemmiare, il produttore può prediligere alcune caratteristiche piuttosto che altre. Raccogliendo le uve a fine agosto valorizzerà maggiormente il profilo aromatico dell’uva, ottenendo vini più snelli e dall’acidità tagliente. Optando per una raccolta più tardiva, i vini avranno un colore più intenso, dei profumi fruttati più spiccati e una maggiore rotondità al gusto.
L’importante con il Vermentino è non andare troppo oltre con la maturazione perché il vino tenderebbe a diventare pesante e piatto. Per questo, in generale quello che i produttori cercano di ottenere da questo vitigno sono vini dal bouquet intenso, dove gli agrumi e i fiori bianchi si mescolano alle erbe aromatiche e alla mineralità conferita dai terreni. Vini di buon corpo ma sempre agili ed eleganti, giocati sulla freschezza gustativa e la sapidità che arriva dalla brezza marina.
Poco conosciuta è la versione a bacca nera del Vermentino, detto appunto Vermentino Nero. Vitigno autoctono coltivato in una ristrettissima zona della Lunigiana, potrebbe derivare dal suo omonimo a bacca bianca o, addirittura, precederlo storicamente. Quest’uva rara regala vini rossi leggeri, caratterizzati da una piacevole speziatura.
Il Vermentino si presta volentieri anche ad accompagnarsi ad altre uve che ne arricchiscono e completano le caratteristiche. Lo si può trovare in divertenti blend con uve autoctone come l’Albarola in Liguria, il Torbato in Sardegna o l’Ansonica in Toscana o con uve internazionali come lo Chardonnay o il Viognier.
Negli abbinamenti il vermentino è estremamente versatile. Compagno per eccellenza di apertivi grazie al suo equilibrio, si abbina alla perfezione ai piatti di pesce non troppo elaborati, che siano primi, grigliate o fritti, e a piatti a base di verdure ed erbe aromatiche. Quello ligure, neanche a farlo apposta, si sposa alla grande con il pesto alla genovese.
Tranne rari casi, il Vermentino ha ancora una nicchia di consumo molto limitata alle regioni di produzione. Eppure, le caratteristiche per un maggior successo ci sono tutte: frutto, equilibrio e grande bevibilità. Imboccando il trampolino di lancio giusto, non è da escludere che il vermentino possa aspirare ad un futuro ben più internazionale.