Tra Timorasso e Tortona
Sono seduta in una raffinata vineria a Tortona piena di gente del posto. Davanti a me, sulla credenza, trovo bottiglie di Timorasso di grande complessità, Barolo longevo e Cortese giovane, tutti appartenenti a cantine diverse. E poi tre bottiglie “di casa”: Ruffino Greppone Mazzi, il vecchio Romitorio e Ducale Oro. Succede sempre. Ovunque vada. L’orgoglio di casa. Ma non sono qua al limitare del Piemonte, al confine con la Lombardia e la Liguria, per lodare il nostro migliore amico Sangiovese. Invece ho preso il regionale da Pontassieve a Santa Maria Novella e la Freccia da Firenze a Milano, poi ho fatto una corsa dal binario 7 al 24 per prendere un vecchio e tremante treno della Trenord fino a Tortona per il Timorasso.
Mi ricordo ancora la prima volta che ho bevuto questo varietale così composto e pieno di futuro. Ero presso La Volpe e l’Uva a Firenze con la mia amica Emily che, con il suo impareggiabile naso, sceglie sempre bene. I suoi occhi s’illuminarono e, dopo una rapida occhiata alla lavagna posta sopra il banco in marmo con le scritte variopinte in gessetto, senza esitare un attimo, fece la sua scelta. Era una di quelle serate dense di amicizia, accompagnate da bocconi deliziosi e vini graziosi che non si dimenticheranno mai. Il mio secondo incontro con il Timorasso è stato presso un albergo di lusso, il St. Regis, in borgo Ognissanti a Firenze. Travasato, il vino luccicava come oro puro ed emanava, in onde di piacere intenso, un profumo di pietra focaia e di albicocche fresche. E’ pur vero che il vino in oggetto era il Costa del Vento del grande Walter Massa, colui che ha riportato in vita questo vitigno negli anni ottanta quando c’era rimasto soltanto un mezzo ettaro (e che continua tuttora a esortare i suoi colleghi vignaioli a fare il massimo per migliorare e comunicare il loro lavoro).
Adesso, nel 2022, sono finalmente arrivata a Tortona per le Anteprime 2020. Tra raffinate boutique di moda e bar con graziose insegne, la centralissima e porticata Via Emilia mi ha portato verso la vineria per un light lunch di benvenuto. Stile piemontese, i migliori Barolo e i più leggeri Barbera sono serviti al calice, tutti a prezzi abbordabili, mentre i grandi classici della regione come vitello tonnato e agnolotti escono dalla cucina. Tortona vanta prodotti tipici tutti suoi e i vignaioli non esitano a presentarli accanto ai loro squisiti vini: il Nobile del Giarolo salami, a grana grossa; il formaggio Montebore, fatto con latte vaccino e di capra nella forma di una torta nuziale (fu servito per le nozze tra Isabella di Aragona e Gian Galeazzo Sforza nel quindicesimo secolo); nonché le pesche gialle di Volpedo, bagnate in un semplice sciroppo. Non è ancora stagione delle fragole, ma Tortona è famosa per le sue ribes rosse, dolci e aromatiche.Citato per la prima volta in un documento comunale di Monreale nel 1833, il Timorasso è un vino di cui sentiremo ancora parlare a lungo. Amato per le sue similitudini con il Riesling e il Sauvignon, abbiamo a che fare con un vitigno che trae giovamento dal caldo ed è uno dei pochi che sta raccogliendo i frutti del cambiamento
Mi ricordo ancora la prima volta che ho bevuto questo varietale così composto e pieno di futuro. Ero presso La Volpe e l’Uva a Firenze con la mia amica Emily che, con il suo impareggiabile naso, sceglie sempre bene. I suoi occhi s’illuminarono e, dopo una rapida occhiata alla lavagna posta sopra il banco in marmo con le scritte variopinte in gessetto, senza esitare un attimo, fece la sua scelta. Era una di quelle serate dense di amicizia, accompagnate da bocconi deliziosi e vini graziosi che non si dimenticheranno mai. Il mio secondo incontro con il Timorasso è stato presso un albergo di lusso, il St. Regis, in borgo Ognissanti a Firenze. Travasato, il vino luccicava come oro puro ed emanava, in onde di piacere intenso, un profumo di pietra focaia e di albicocche fresche. E’ pur vero che il vino in oggetto era il Costa del Vento del grande Walter Massa, colui che ha riportato in vita questo vitigno negli anni ottanta quando c’era rimasto soltanto un mezzo ettaro (e che continua tuttora a esortare i suoi colleghi vignaioli a fare il massimo per migliorare e comunicare il loro lavoro).
Adesso, nel 2022, sono finalmente arrivata a Tortona per le Anteprime 2020. Tra raffinate boutique di moda e bar con graziose insegne, la centralissima e porticata Via Emilia mi ha portato verso la vineria per un light lunch di benvenuto. Stile piemontese, i migliori Barolo e i più leggeri Barbera sono serviti al calice, tutti a prezzi abbordabili, mentre i grandi classici della regione come vitello tonnato e agnolotti escono dalla cucina. Tortona vanta prodotti tipici tutti suoi e i vignaioli non esitano a presentarli accanto ai loro squisiti vini: il Nobile del Giarolo salami, a grana grossa; il formaggio Montebore, fatto con latte vaccino e di capra nella forma di una torta nuziale (fu servito per le nozze tra Isabella di Aragona e Gian Galeazzo Sforza nel quindicesimo secolo); nonché le pesche gialle di Volpedo, bagnate in un semplice sciroppo. Non è ancora stagione delle fragole, ma Tortona è famosa per le sue ribes rosse, dolci e aromatiche.Citato per la prima volta in un documento comunale di Monreale nel 1833, il Timorasso è un vino di cui sentiremo ancora parlare a lungo. Amato per le sue similitudini con il Riesling e il Sauvignon, abbiamo a che fare con un vitigno che trae giovamento dal caldo ed è uno dei pochi che sta raccogliendo i frutti del cambiamento