Monteriggioni, l'Inferno che non c'è
Tra i cento e mille gioielli incastonati nel diadema Italia, Monteriggioni conserva un posto particolare. Sebbene siano numerose e affascinanti le città murate, per proporzione e posizione, il borgo senese può essere considerato un riferimento.
Scorrendo in automobile la strada di grande comunicazione infatti l’occhio non può che notare la mirabile prospettiva di quelle torri, di quelle mura, di quella collina, che pare coronata dalla circonferenza difensiva. Svoltare per una visita diventa più che un’alternativa.
La fortezza nacque a scopo difensivo all’inizio del XIII° secolo per mano guelfa e senese, sul sito di una preesistente fattoria longobarda. Allora, e per parecchi secoli a seguire, la Toscana fu un vero e proprio teatro di guerra, dove i signori si sfidavano a colpi di fanti e cavalieri per potere, fama, terra e dominio. In particolar modo erano Firenze e Siena che mandavano i loro uomini a prendersi a fendenti a destra e a manca, non raramente sotto le mura proprio di Monteriggioni.
La cronistoria della vicenda di Monteriggioni è fitta di date e di nomi più o meno obliterati dalla storia: quello che invece resta ben fisso e chiaro è che le mura del borgo non caddero mai in battaglia, ma solo per causa di intrighi e tradimenti, sotterfugi ed inganni. Tanto che l’ultimo traditore, che vendette la libertà del borgo ai fiorentini legati all’Impero, pare si sia poi profondamente pentito. Il suo fantasma ancor oggi, in preda al rimorso, si dice che vaghi sui camminamenti con clangore di ferraglia.
Ma il mito ha solide basi se anche l’Alighieri vede Monteriggioni tra l’Ottavo e il Nono cerchio del suo Inferno ed in effetti, seppur con le dovute proporzioni, le raffigurazioni antiche ricordano da vicino le antiche mappe di Gerusalemme. E ancora oggi l’incanto di Monteriggioni è immenso, e solo un cuore di pietra potrebbe resistere al suo fascino senza tempo.
Ci fa piacere guardare il turrito “skyline” di Monteriggioni dalle terre de La Solatia, la nostra tenuta che là trova il suo luogo: forti escursioni termiche, terreni austeri ma in fondo generosi, e il sole che sa riversare luce ed energia sono il tratto caratteristico di quella tenuta e dei vini che ne nascono.
Come in su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che 'l pozzo circonda
torregiavan di mezza la persona
li orribili giganti.
[D.Alighieri]